METODO F.MEZIERES
Disconosciuto, spesso ridicolizzato, mutilato ed anche plagiato, il metodo Mezièrés è in realtà un modo globale di affrontare i problemi della statica e le loro conseguenze.
Originale nei suoi stessi fondamenti, si fonda su basi scientifiche tanto anatomiche che biomeccaniche.
Nato da un’osservazione i cui principi e le cui leggi sono stati dedotti ed enunciati, a tutt’oggi non è mai stato smentito.
Di pratica difficile e complessa, cerca di comprendere l’individuo nella sua unità ed unicità.
Maturato grazie ai numerosi professionisti che lo praticano da alcuni decenni, trova del tutto naturalmente un suo posto nella pratica quotidiana dei fisioterapisti desiderosi di offrire ai loro pazienti un trattamento essenziale che associ all’iniziale fase curativa un’autentica dimensione preventiva. Non è una filosofia, né una sorta di approccio esoterico, ma al contrario un metodo pragmatico e un’arte di curare che permettono di ristabilire la forma sana ( la quale, come ognuno sa, garantisce l’efficienza del sistema muscolotendineo-scheletrico); con il recupero progressivo dell’estensibilità muscolare, cerca di liberare il range articolare al fine di renderlo ottimale. E’ stato oggetto di numerose opere e tesi mediche che hanno avuto il merito di farlo conoscere.
Osservazione Principale
Nel 1947, F. Mézières fa un’osservazione inattesa e originale:
In una paziente che le era stata indirizzata per il trattamento di un’importante cifosi dorsale che giustificava l’uso costante di un corsetto, essa constata l’aumento della lordosi lombare ad ogni tentativo di raddrizzamento della regione dorsale mediante retropulsionepassiva dei monconi delle spalle.
F. Mézières chiede alla paziente di effettuare una flessione delle anche e delle ginocchia per eliminare la lordosi lombare.
Il lavoro di raddrizzamento dorsale provoca allora un aumento della lordosi cervicale.
Chiede allora la correzione della nuca per autoingrandimento attivo e arretramento del mento ma la retropulsione delle spalle induce il blocco del torace in ispirazione.
F. Mézières comprende allora che l’irrigidimento muscolare della paziente è tale che ogni segmento ha perduto la propria autonomia rispetto ai livelli adiacenti e che ogni sforzo di correzione locale si propaga all’insieme del sistema, provocando lordosi o accorciamento.
Da questa osservazione trae le sue prime conclusioni.
A partire dalla sua osservazione iniziale e dalle leggì che ne derivano, Francoise Mezières immagina poco a poco un modo di lavorare originale e continuamente adattato alla patologia dei singolo caso.
Questo approccio metodico e globale produce risultati tali su pazienti spesso rifiutati da altri, terapisti che dal 1960 da inizio ad un insegnamento ancora a livello riservato in Vandea. In seguito all’interesse che suscita, così come alle conferenze tenute qua e là, condotte nella rorma più elaborata di seminar! che organizza nel sud-ovest della Francia con Philippe Souchard (che dopo essere stato suo allievo fonderà con lei una scuoia che, nell’arco di più di dieci anni, formerà migliaia di fisioterapisti), Francoise Mézières codifica e affina il proprio lavoro.
Quanto a Philippe Souchard, egli apporta gli elementi scientifici di spiegazione e
giustificazione, attraverso opere che comportano una scissione da Francoise Mezières
all’inizio degli anni ’80.
Con la conoscenza approfondita dell’anatomia che Francoise Mezières aveva (è stata insegnante all’École francaise d’orthopedie e massaie [EFOM]) e il rigoroso lavoro di spiegazione biomeccanica di Philippe Souchard si è imposta una realtà: la perdita di estensibilità della catena posteriore è all’origine di tutte le nostre deformazioni; l’azione di restauro di questa estensibilità perduta obbedisce ad alcune leggi: deve riguardare l’insieme dei sistema mioscheletrico (globalità), va praticata per mezzo di posture mantenute a lungo alle quali si aggiungono tutte le tecniche sedative e lenitive quali ponçages, massaggi,
contrazione, rilassamento, ecc.
Nel corso di queste posture l’elemento respiratorio è onnipresente, sotto forma di una successione regolare di espirazioni ed inspirazioni caratteristiche.
L’espirazione è lunga, lenta, prolungata; è attiva e forzata ma senza apnea; viene fatta in genere gonfiando il ventre al fine di accentuare l’allungamento dei pilastri del diaframma (inserzioni lombari) e della parte contrattile dei muscoli digastrici (cupole); in
alcuni casi determinati dallo stato degli addominali, l’espirazione verrà fatta ritraendo il ventre.
Quanto all’inspirazione, essa è passiva, corta o normale, mai lunga, semplice ritorno elastico che segue all’espirazione forzata.
Principi Generali
Il concetto di globalità rinvia ai concetti di unità ed unicità, i soli in grado di soddisfare le esigenze dei medici olisti e di proporre un metodo terapeutico atto a favorire un ritorno all’equilibrio usando le facoltà omeostatiche di tutto l’organismo vivente; in quest’ottica, bisogna accettare l’idea che è la forma a governare la funzione e non il contrario;
conseguentemente, il lavoro, da effettuare dovrà mirare ad un costante miglioramento della forma, della quale la statua greca è il canone, ed avvicinarsi alla forma perfetta che risponde al numero d’oro, caro a Leonardo da Vinci; pertanto è attraverso il recupero della forma sana che la funzione viene ristabilita.
Francoise Mézières ha avuto ben presto l’intuizione che esisteva, in seno all’organismo ed alla
base dei nostri comportamenti di compenso, un motore inconscio ed automatico da lei chiamato riflesso antalgico a priori, distinto dal riflesso antalgico a posteriori che è ben noto;
questo riflesso antalgico a priori è stato il tema di una tesi di medicina, autentico lavoro scientifico di giustificazione di questa intuizione.
Il dottor Jean-Luc Gerard ha usato per i suoi studi le nozioni sviluppate dal dottor Henri Laborit, e in particolare il concetto di inibizione dell’azione. Questo concetto di riflesso antalgico a priori porrebbe essere accostato alla teoria psicoterapica chiamata terapia primale da Arthur Janov, e questa analogia permetterebbe di affermare che il metodo Mézierès è la “psicanalisi del
corpo”.
Molto spesso, durante il lavoro posturale, compaiono dolori intensi, ansiogeni, sconosciuti al soggetto, il cui approccio sedativo fa riemergere un avvenimento dimenticato, rimosso, sempre di vecchia data, carico di emozione, la cui rivelazione placa la sofferenza fisica e morale.
Senza dubbio si tratta della causa principale la quale, per effetto di una lunga serie di compensi divenuti ciascuno a sua volta causa di altri compensi, giungerà all’ultimo compenso che non si è potuto instaurare, per difetto dell’estensibilità muscolare.
Francoise Mézierès tradusse questi fenomeni dicendo: “La causa non è mai là dove si
manifesta”.
Le posture sono messe in atto in modo da impedire qualsiasi fuga o compenso alle necessarie
messe in tensione; sono per definizione il contrario dell’habitus del soggetto e dunque difficili,
faticose e persine dolorose in un primo tempo.
Questo lavoro esigente richiede volontà da parte dei due protagonisti: il paziente e il suo
fisioterapista.
Francoise Mézierès ha dimostrato che tutte le posture efficaci passano
obbligatoriamente dall’allineamento in uno stesso piano di tre livelli, che sono:
l’occipite, la scapola, il sacro.
Principi di Trattamento
Nato da un’osservazione, questo metodo e il lavoro che ne deriva impongono una lettura costante del corpo e dei suoi comportamenti; ogni seduta comincia con un esame dettagliato e completo.
Soggetto in piedi di fronte
Se ne deve ricavare un’impressione generale di armonia, di simmetria dei tratti e dei volumi; con i piedi uniti da un’estremità all’altra.
Le dita sono distese senza alluce valgo, né quinto varo.
I bordi interni ed esterni sono rettilinei ma divergenti da dietro in avanti e le dita devono essere poste nel prolungamento del loro rispettivo metatarso.
I tendini degli estensori non sono visibili e le dita non presentano alcuna deformazione, né ad “artiglio” né a “martello”.
La proiezione ortogonale dei malleoli viene fatta al suolo, da una parte e dall’altra del tallone e
ad uguale distanza da quest’ultimo.
Gli arti inferiori sono allineati e presentano quattro punti di contatto: ai malleoli, ai vertici dei polpacci, ai condili e nella parte alta delle cosce.
Il bacino si presenta di fronte, le creste iliache sono alla stessa altezza, così come le spine iliache anteriori e superiori; l’ombelico è centrato e gli orli sottocostali non sono sporgenti; non
vi sono “ailerons” di Sigaud.
Il torace è armonioso e le coste non sono sporgenti in alcuna parte.
I capezzoli sono simmetrici e le clavicole, identiche, presentano la stessa posizione obliqua e lo stesso rilievo; le articolazióni sternoclaveari sono simili, così come le articolazioni
acromioclaveari che non devono essere appuntite.
La muscolatura anteriore del collo è appena visibile sotto la pelle ed i fasci superiori dei trapezi presentano la stessa sagoma.
Le spalle non sono ruotate e i solchi deltoideopettorali sono simili.
Gli arti superiori sono distesi, i gomiti in lieve flessione e le mani in posizione neutra.
La testa è dritta, disimpegnata dal collo e dalle spalle, e la linea degli occhi assicura
l’orizzontalità dello sguardo.
Controindicazioni
ASSOLUTE
I primi 3 mesi di gravidanza: rischio di aborto spontaneo derivante dall’iperpressione addominale e dagli effetti potenti sulla statica pelvica e sul perineo prodotti dalle posture.
– Stati infettivi ed infiammatori acuti.
– Sindromi tumorali.
– Malattie degenerative del muscolo.
– Stati psicotici.
RELATIVE
Limiti derivanti dalla mancanza di motivazione e dunque di partecipazione del paziente
Applicazioni
Dal momento che ogni trattamento è individuale, è difficile codificare una seduta, il cui svolgimento sarà un adeguamento ed un insieme di risposte derivanti dall’esame del soggetto e dal suo comportamento durante le fasi posturali.
Il termine di metodo si applica poco a questo lavoro: Francese Mézières lo contestava (preferiva parlare di un insieme di chiavi.
Eppure è possibile estrapolare delle linee guida di un amento e precisarle:
Ogni seduta è una successione di posture personalizzate destinate alla messa in ione rigorosa e prolungata dei gruppi scolari considerati responsabili delle lordosi, delle rotazioni interne, del blocco del torace in inspirazione.
Queste posture sono praticate su un tappeto o un dispositivo adeguato (tavolo regolabile per la posizione degli arti inferiori e braccioli allungabili, ripiano tipo Bobath, podio) a cominciare dalle posizioni di partenza che sono: decubito supino (il più spesso gambe a squadra) seduta a squadra, in piedi contro un piano verticale.
Sono frequenti alcune varianti: in piedi senza appoggio, in flessione anteriore, in appoggio frontale, in spaccata, in decubito laterale.
Il ritmo delle sedute è generalmente settimanale, raramente è più frequente; talvolta è bimensile.
La durata delle sedute, estremamente variabile, dipende da una molteplicità di fattori ma non dovrebbe essere inferiore al tempo necessario all’esame dettagliato del soggetto, alla messa in atto delle diverse posture ed alle fasi di riposo indispensabili; così alcune sedute possono durare un’ora e mezza.
Il numero di sedute non dovrebbe mai essere inferiore a 20 se non 30, ma al di là del numero di sedute è la durata di svolgimento del trattamento che va tenuta in conto.
Fondato su principi semplici nati da un’osservazione di grandissima finezza e confermato dall’anatomia e dalla biomeccanica, il metodo pasturale globale di Francoise Mézières è di una ricchezza infinita, tanto per l’analisi che permette di compiere, quanto per i risultati che ottiene.
Rappresenta un’autentica rivoluzione nell’arte manuale di curare e coloro che lo praticano, i medici che lo consigliano e lo prescrivono e gli innumerevoli pazienti che ne beneficiano, ne sono i migliori garanti.